mercoledì 31 ottobre 2007

Per conoscere la storia di Capo Verde …

Tre volumi fondamentali per conoscere la storia di Capo Verde.
La História Geral de Cabo Verde, opera monumentale per conoscere la storia di Capo Verde, dalla sua scoperta fino alla fine del Settecento, è disponibile su internet grazie al lavoro della Fundação Portugal - Africa e Universidade de Aveiro.
L’opera è il risultato di un lungo lavoro di ricerca, realizzato da studiosi capoverdiani e portoghesi, coordinati da Maria Emília Madeira Santos.
La pubblicazione è stata curata dall’Instituto de Investigação Científica Tropical-Lisboa e dall’Instituto Nacional de Investigação, Promoção e Patrimônio Culturais de Cabo Verde-Praia.
Ogni volume, di circa 500 pagine, è accompagnato da un corpo documentale (non ancora in linea) che raccoglie il materiale su cui è stata effettuata la ricerca.
È in programma la pubblicazione di un quarto ed ultimo volume che coprirà il periodo storico che va dall’inizio dell’Ottocento fino all’indipendenza, avvenuta nel 1975.

História Geral

venerdì 19 ottobre 2007

Ildo Lobo (1953 - 2004)

Ildo Lobo nasce a Pedra do Lume, nell’isola di Sal, il 25 novembre 1953.
Cresce in un ambiente familiare favorevole alla musica. Il padre, Antoninho Lobo, è uno dei più noti e più richiesti cantanti dell’isola.
Il giovane Ildo, si trasferisce a Praia, nell’isola di Santiago, per frequentare le scuole superiori.
Nel frattempo continua ad interessarsi alla musica e nel 1973, all’età di 20 anni, entra a far parte del gruppo Os Tubarões che ben presto diventa il gruppo capoverdiano più conosciuto all’estero, dopo l’indipendenza.
Negli otto dischi usciti dal 1976 al 1994 rielabora in chiave moderna i generi della morna e della coladera, ma anche certe manifestazioni culturali tipiche dell’arcipelago come la Tabanca ed il Colá Sanjon.
Nell’ultimo disco, Porton de nós ilha, sono presenti tre pezzi scritti da un giovane musicista allora pressoché sconosciuto, Orlando Pantera, vera promessa della musica capoverdiana, purtroppo scomparso prematuramente.
Conclusa l’esperienza col gruppo Os Tubarões, nel 1996 esce, per l’etichetta Lusafrica di José da Silva, Nós morna, il suo primo disco come solista, in cui renderà omaggio alla figura del padre, che l’ha iniziato alla musica. Il disco è curato da Marío Lúcio Sousa, leader e fondatore dei Simentera, e passa in rassegna il genere della morna in tutte le sue sfumature.
Nel 2001 esce, ancora per la Lusafrica, Intelectual, che riscuote un notevole successo anche all’estero. Alla realizzazione di questo disco collaborano anche alcuni dei musicisti che solitamente accompagnano Cesária Évora.
Muore il 20 ottobre 2004 in seguito ad un infarto.
A novembre 2004 esce postumo Incondicional, per la Harmonia-Lusafrica.

Ildo Lobo è stata una delle voci più amate e più espressive di Capo Verde.
Con la sua scomparsa Capo Verde perde uno degli esponenti più importanti dal punto di vista culturale ed uno dei maggiori difensori della sua musica tradizionale. Ha rappresentato la voce di un paese finalmente libero, dopo anni di lotta per l’indipendenza, portando in giro gli ideali di libertà non solo per il suo paese ma anche per tutti i popoli oppressi in ogni angolo di mondo.
Una voce che difficilmente potrà essere dimenticata, e non solo a Capo Verde.

Discografia:

Con Os Tubarões
Pepe Lopi (1976)
Tchon di Morgado (1976)
Djonsinho Cabral (1979)
Tabanca (1980)
Tema para dois (1982)
Os Tubarões (1990)
Os Tubarões ao vivo ( 1993)
Porton d’nós ilhas (1994)

Da solista:
Nós morna (1996)
Intelectual (2001)
Incondicional (2004)

martedì 16 ottobre 2007

Eugénio Tavares (1867 - 1930)

Il 18 ottobre 1867 nacque, nell’isola di Brava, Eugénio de Paula Tavares, tra i primi e più importanti poeti capoverdiani.
Per celebrare lo straordinario contributo fornito da questo intellettuale allo sviluppo della coscienza identitaria del popolo capoverdiano, il Parlamento di Capo Verde, nel 2005, ha deliberato che il 18 ottobre, data della sua nascita, fosse dichiarata giornata nazionale della cultura.
Eugénio Tavares non è stato solo poeta ma anche un giornalista ed ha pubblicato i suoi articoli, come corrispondente, per giornali pubblicati in Francia, in Portogallo e in America oltre che a Capo Verde.
Egli stesso ha fondato, durante il suo esilio negli Stati Uniti, nel 1900, il foglio dal titolo “A Alvorada”, che costituisce il primo giornale dei capoverdiani della diaspora.
Tra le sue composizioni poetiche più note vi sono le mornas, primo esempio di letteratura in creolo capoverdiano, interpretate da cantanti tra i più famosi, quali Ildo Lobo, Celina Pereira, Ana Firmino e Mariana Ramos.
Le poesie sono state raccolte e pubblicate postume a Lisbona, nel volume “Mornas. Cantigas crioulas” dall’editore portoghese J. Rodrigues, a due anni dalla sua morte, nel 1932.
Dell’opera, esiste una recente versione italiana, pubblicata nel 2005, dall’editore Guida, di Napoli, e tradotta dalla capoverdiana Maria da Graça Gomes de Pina.
Chi intende approfondire la conoscenza di questa personalità così eclettica, può visitare il sito della fondazione istituita grazie all’interessamento del pronipote Eugénio de Sena Tavares, con sede a Sintra (Lisbona):
www.eugeniotavares.org.


Força de Crecheu


Ca tem nada na es bida
Más grande que amor
Se Deus ca tem medida,
Amor inda é maior...
Amor inda é maior,
Maior que mar, que ceu:
Mas, entre otos crecheu,
De meu inda é maior

Crecheu más sabe,
É quel que é de meu.
El é que é chabe
Que abrim nha ceu...
Crecheu más sabe
É quel
Que q’rem ...
Se ja’n perdel,
Morte ja bem ...

Ó força de crecheu,
Abri’n nha asa em flor!
Dixa’n alcança ceu
Pa’n bá oja Nôs Senhor,
Pa’n bá pedil semente
De amor coma es de meu,
Pa’n bem da todo gente,
Pa todo conché ceu!


Forza dell'amore

Non c’è niente in questa vita
Più grande dell’amore.
Se Dio non ha misura,
L’amore è ancora più grande …
L’amore è ancora più grande,
Più grande del mare, del cielo:
Ma, tra gli altri amori,
Il mio è ancora più grande.

L’amato più amato,
È quello mio.
Egli è la chiave
Che ha aperto il mio cielo …
L’amato più bello
È quello
Che mi vuole …
Se io lo perdo,
Arriverà la morte …

Oh forza dell’amore,
Apri la mia ala in fiore!
Fammi raggiungere il cielo
Per guardare Nostro Signore,
Per chiedergli il seme
Di un amore come il mio,
Per poterlo regalare a tutti,
Perché tutti conoscano il cielo!


(fonte foto: www.eugeniotavares.org)

sabato 13 ottobre 2007

Damiano ci scrive da Sal

Damiano, un nostro lettore, ci ha inviato una riflessione da Capo Verde, dove si è recato per un lavoro di ricerca antropologica, che qui pubblichiamo.

Guardo il mare e le sue onde sulla spiaggia di Costa da Fragata, una delle più selvagge di Sal, lontano dagli italiani rinchiusi nei villaggi e incontrati nelle loro ore di libera uscita, lontano dalle continue pressioni dei ragazzi senegalesi (i quali però se spieghi di essere a Sal per motivi di lavoro, ti trattano con una dignità diversa, non sei più il pollo bianco da spennare), lontano dagli inglesi e dalle loro birre e più guardo il mare e più penso che c’è qualcosa di sbagliato.
È una sensazione che ho dentro da quando sono arrivato a Sal, forse sarà dovuta al viaggio di quasi 24 ore per arrivare qui, oppure al fatto che Sal non mi è mai piaciuta, non so, ma sento che c’è qualcosa di sbagliato in quest’isola.
Esistono due Santa Maria, quella dei villaggi che anche geograficamente è separata dal resto del villaggio e tocca appena la realtà e la vera Santa Maria quella delle strade ancora in terra battuta in cui mancano le fogne, in cui le case sembrano tutte in eterna costruzione e sembra abbiano come destino di non essere mai finite, della gente che la sera passa il tempo seduta sulle scale in attesa di andare a dormire.
La Santa Maria dei bambini scalzi che giocano per strada e ti inondano l’anima con i loro sorrisi, la Santa Maria dei Senegalesi che la sera del venerdì al Baraonda ti inondano di energia con la loro musica così potente, così fisica.
La Santa Maria della messa la domenica, dei canti che non sono solo canti di chiesa ma qualcosa di più e che ti fanno quasi toccare una spiritualità che è difficile trovare nelle nostre Chiese, con buona pace di Papa Ratzinger che vorrebbe eliminare la musica dalle messe.
E poi c’è la mia personale Sodade per mia moglie che non mi lascia da quando sono qui e penso a quelle parole che il Prof. Sobrero ha detto durante una conferenza : “ il tempo della ricerca all’estero è un tempo che non si recupera”, la frase va interpretata e io la interpreto come tempo perduto ai sentimenti, agli affetti che si lasciano per seguire un’idea, un sogno.
La ricerca va avanti tra alti e bassi, tra frustrazioni e esaltazioni, tra momenti di confusione e di certezza e talvolta l’etnografo si ritrova solo con i suoi pensieri e la sua malinconia davanti al mare e forse comprende meglio le ragioni e i perché di Malinowski, le sue dichiarazione nei suoi “scandalosi” diari.
E poi c’è il mare che da sempre è dentro la mia vita e che mi ha spinto a volere questa ricerca, il mare che accompagna la mia vita da sempre.
Mio padre, ora in pensione, era un marinaio (sembra l’inizio di una canzone di De Gregori) e nella mia infanzia, nella mia adolescenza, tutta la vita era scandita dai tempi del suo lavoro, le sue presenze, le sue lunghe assenze, l’attesa delle telefonate la sera tutti davanti al telefono.
Con lui ho fatto il mio primo grande viaggio quando avevo appena dodici anni in Unione Sovietica e non finirò mai di ringraziarlo di avermi concesso questo privilegio, questa iniziazione al mare e ai viaggi.
Poi un evento lo ha allontanato dal mare, adesso quasi non vuole vederlo.
E questo è un mio tentativo di restituirgli il mare.
E ora c’è Clara che il mare lo vive e che vive per il mare, e che posso sentire nelle onde che si susseguono qui sulla Costa da Fragata.
È a loro e a tutti coloro che amano il mare che dedico questo primo contributo.
Um abraço

Damiano

sabato 6 ottobre 2007

Jorge Canifa Alves
Racconti in altalena

Mercoledì 10 ottobre 2007, alle 18:30, a Roma, in via Cupa, 5, presso il Centro Policulturale BAOBAB, lo scrittore capoverdiano Jorge Canifa Alves, presenta “Racconti in altalena”, viaggio delle parole tra nord e sud del mondo.
Introduce l’antropologa Francesca Vitalizi.

A seguire musica e cena etnica.

Per informazioni:
africacultura@ilcentrobaobab.it
Tel. 06 97848219/20

Kabe Verde!

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ottobre 2006 - zona Ribera Prata - São Nicolau
 
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